Un bentō sullo Shinkansen

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Dopo qualche giorno a Tokyo, il viaggio prosegue verso Kyoto, la città dei mille templi e capitale del Giappone per più di un millennio. Per spostarci utilizziamo il famoso treno proiettile che viaggia sulla linea Shinkansen: per coprire 457 km ci impiegherà poco più di due ore e mezza.

Abbiamo i posti vicino al finestrino nella parte destra della carrozza (di solito i posti D ed E). Lasciamo i grattacieli di Tokyo e troviamo le case unifamiliari delle prefetture limitrofe. A farci compagnia fuori dal finestrino il monte Fuji, esattamente come ce lo siamo sempre immaginato. Arriviamo nella zona della Suruga bay, mare a sinistra e monte Fuji a destra.

Ci accorgiamo che nei sedili accanto a noi, anche se sono solo le 11.30, quasi tutti mangiano un bentō, e ci sentiamo in dovere di farlo anche noi!

Arriviamo quindi al dunque di questo post: cos’è il bentō?

Si tratta di una scatola che può essere di vari materiali, generalmente plastica o legno laccato, suddivisa in diversi scomparti e usata principalmente per pranzare fuori. I piatti sono quindi serviti in piccole porzioni all’interno degli scomparti e nella scatola vengono riposte anche le bacchette, hashi.

Notiamo una certa cura nella confezione del bentō, che si presenta con un bel design, sia  per gli assortimenti che per le combinazioni dei colori. Alcuni, scopriamo, hanno anche lo scompartimento termico per la conservazione del riso o altri piatti caldi.

Decidiamo quindi di comprare un bentō, e scegliamo la versione Makunōchi con nove scomparti. Ci sono tante tipologie di bentō: il Makunōchi, appunto; Noriben; Sake; Shidashi; Hinomaru; Hokaben; Hayaben; Chūka e così via. Il Makunōchi è il tipo classico contenente di solito pesce, carne, sottaceti, uova, verdure e umeboshi.  Nella confezione viene riportato che tutte le materie prime sono tipiche delle zone di Tokyo e Osaka.

Leggiamo velocemente su wikipedia che l’etimo del termine bentō deriva da un dialetto del sud della Cina, biàndāng, che significa “conveniente”. Non sappiamo cosa intendessero in Cina per conveniente…sicuramente dal punto di vista economico per noi lo è stato: solo 1340 JPY, cioè circa 11 euro in due!

Alla prossima amici!
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