Del ramen e di altre avventure

[av_image src=’https://usercontent.one/wp/www.amaropersonalchef.it/wp-content/uploads/2017/01/FullSizeRender-225&?media=1702015964#215;300.jpg’ attachment=’521′ attachment_size=’medium’ align=’center’ styling=” hover=” link=’manually,http://’ target=” caption=” font_size=” appearance=” overlay_opacity=’0.4′ overlay_color=’#000000′ overlay_text_color=’#ffffff’ animation=’av-rotateInUpLeft’][/av_image]

[av_textblock size=” font_color=” color=”]
Eccoci di nuovo sullo Shinkansen verso Tokyo. L’avventura di Kyoto si è conclusa salutando mestamente l’antica casa giapponese che ci ha ospitati.

Le case tradizionali sono ottime in estate: il sistema di pannelli scorrevoli crea una piacevole brezza attraverso le stanze. In inverno, a meno che non siano riscaldate, queste case tendono ad essere gelide. Ovviamente la nostra bellissima casa era anche super riscaldata.

Qui tutto sembra piccolo e stretto, tanto che non pensavamo che le valigie sarebbero passate attraverso il minuscolo ingresso. E invece, sebbene al millimetro, tutto è estremamente funzionale! Ad esempio la cucina: stretta e lunga, era accessoriata con tutto quanto necessario, e i faretti rivolti verso l’alto illuminavano la parete antica creando un ambiente suggestivo.

Ma passiamo all’argomento di questo brand new post: il ramen.

Questo piatto, diffuso in Giappone, ha origini cinesi consiste in un brodo saporito servito assieme ai noodles. Questi, simili ai nostri spaghetti, possono essere immersi nella zuppa o serviti a parte, magari fritti. Abbiamo trovato noodles larghi simili a tagliatelle a Tokyo, sottili tipo fili d’angelo a Kyoto.

I condimenti utilizzati variano da zona a zona. Noi abbiamo sempre assaggiato ramen condito con cipolla verde, funghi, bambù, fette di lonza e alghe marine. Il piatto è poi arricchito da salsa di soia, sakè (che in giapponese vuol dire semplicemente alcool, non per forza indicando il vino di riso), semi di sesamo e zenzero.

I menu comprendono anche ramen con uova sode, con manzo oppure con pesce cotto.

Appena ci si siede in qualunque locale, poi, viene servita acqua e the verde senza charge.

Come già accennato nel precedente post, infine, i noodles devono essere aspirati rumorosamente, un pò per raffreddarli e un pò per esprimere apprezzamento nei confronti del cuoco.

In ultima, sfatiamo il mito secondo cui il Giappone è un paese caro: a meno di sorprese da qui alla fine del viaggio, i prezzi sono più contenuti rispetto all’Italia. Nell’isola, ad esempio, l’IVA è all’8%!!! E la normalità prevede che la cena (ad esempio un piatto composto da abbondante ramen, una ciotola di riso e un piatto di carne o pesce) costi circa 2.000 JPY in due, cioè poco meno di 20 euro. In ristoranti eleganti, ovviamente, il prezzo sale, con cifre adeguate al resto del mondo. New York, comunque, è almeno tre volte più cara rispetto a Tokyo o Kyoto! Capitolo taxi: per 10 minuti di strada si spendono circa 700 JPY (poco più di 5 euro).

Adesso recliniamo il sedile di 180 gradi, chiudiamo gli occhi e…ci rivediamo a Tokyo!
[/av_textblock]

[av_social_share title=’Condividi questo articolo’ style=” buttons=” share_facebook=” share_twitter=” share_pinterest=” share_gplus=” share_reddit=” share_linkedin=” share_tumblr=” share_vk=” share_mail=”][/av_social_share]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *